Quale agricoltura per un futuro sostenibile?

Serapias Vomeracea17 Maggio 2022
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Ricordiamo, innanzitutto, il quadro di riferimento all’interno del quale ci muoviamo.

La seguente è la rappresentazione gaiana (visione foresta) dell’Universo attuale, focalizzando l’attenzione sul pianeta Terra. Definiamo cinque soggetti:
  1. lo spazio dal confine superiore dell’ecosfera verso il resto dell’universo, d’ora innanzi chiamato Helios;
  2. lo spazio dal confine inferiore dell’ecosfera verso l’interno del pianeta Terra composto da: litosfera (suolo escluso), astenosfera, mantello inferiore, e nucleo, d’ora innanzi chiamato Vulcanus;
  3. l’ecosfera, lo spazio interposto tra gli spazi precedenti, di cui il primo, Helios, posizionato sopra il suo dorso, e il secondo, Vulcanus, posizionato sotto il suo ventre; l’ecosfera, d’ora innanzi chiamata Gaia,è l’insieme di tutti gli ecosistemi; in pratica, Gaia è la biosfera immersa nelle tre matrici gaiane: aria, acqua e suolo;
  4. lo spazio presente nel grembo di Gaia formato dalla popolazione umana (Homo sapiens) e da tutti gli antroposistemi, l’antroposfera, d’ora innanzi chiamato Prometeo;
  5. lo spazio differenza tra Gaia e Prometeo, d’ora innanzi chiamato Cerere.
Quali sono le relazioni tra i cinque soggetti sopra definiti? Helios, Vulcanus e Gaia sono tre insiemi disgiunti e complementari nell’Universo:
  • l’intersezione tra Helios, Vulcanus e Gaia è l’insieme vuoto;
  • l’unione di Helios, Vulcanus e Gaia è l’Universo.
Cerere e Prometeo sono l’insieme differenza l’uno dell’altro in Gaia. Cerere e Prometeo sono due insiemi disgiunti e complementari in Gaia:
  • l’intersezione tra Cerere e Prometeo è l’insieme vuoto,
  • l’unione di Cerere e Prometeo è Gaia.
Cerere e Prometeo sono nati insieme e moriranno insieme. Infatti, quando la popolazione umana si estinguerà, Cerere gradualmente coinciderà nuovamente con Gaia, com’era prima dell’apparizione di Homo sapiens.
Scienza GlobalePartizione dell’Universo in Classi
Gaia TheoryHelios ovvero lo spazio dal confine superiore di Gaia (l’ecosfera) verso il resto dell’universo.
Vulcanus ovvero lo spazio dal confine inferiore di Gaia (l’ecosfera) verso l’interno del pianeta Terra composto da: crosta, mantello superiore rigido, mantello superiore plastico o astenosfera, mantello inferiore, e nucleo.
Gaia ovvero l’ecosfera composta da: aria, acque interne ed esterne alle terre emerse, suoli, biota, con tutti i suoi ecosistemi, interposta tra gli spazi precedenti, di cui il primo, Helios, posizionato sopra il suo dorso e il secondo, Vulcanus, posizionato sotto il suo ventre.
Prometeo ovvero l’antroposfera, lo spazio presente nel grembo di Gaia formato dalla popolazione umana (Homo sapiens) e da tutti gli antroposistemi.
Cerere ovvero la Natura, la Wilderness, lo spazio presente nel grembo di Gaia formato da tutti gli organismi viventi, Homo sapiens non primitivo escluso, e da tutti gli ecosistemi, equivalente all’insieme differenza Gaia meno Prometeo.

Che cosa è l'agricoltura?

L’agricoltura è quell’insieme di tecniche impiegate dall’uomo per interagire con gli ecosistemi terrestri al fine di produrre piante, funghi e animali utili all’uomo.

Praticando l’agricoltura, l’uomo trasforma gli ecosistemi (di solito, foreste, praterie e zone umide) in antroposistemi agricoli (di solito, pascoli liberi o recintati, campi,  orti, frutteti, agrumeti, vigne e oliveti; ma anche strutture come fossi, capifossi e canali per la gestione dell’acqua, strade in terra, ghiaiate o asfaltate, per la gestione del movimento e del trasporto delle produzioni, ricoveri per macchine e attrezzi, serre, pagliai, fienili, stalle, concimaie, legnaie e via dicendo), aggiungendo superficie a Prometeo e sottraendo superficie a Cerere.

Permettetemi di riportare questi brani tratti dal libro The Vegetarian Myth: Food, Justice, and Sustainability, è un libro del 2009 scritto da Lierre Keith e pubblicato da PM Press. In essi, Lierre Keith riporta vivacemente il suo pensiero su come opera la natura e, al contrario, su come opera l’uomo in agricoltura.

Start with a piece of land—a forest, a prairie, a wetland. 

In its native state the land is covered with a multitude of plants, working in concert with the microfauna—bacteria, fungi, yeasts—and with animals from insects to mammals. The plants are the producers, turning sunlight into mass, creating both the oxygen-rich atmosphere for the rest of us to breathe, and the topsoil on which the rest of us depend. 

This is called a perennial polyculture

Perennial because most of the plants live many years, sequestering carbon in their cellulose bodies, forming miles of vast root systems through the soil. 

Polyculture because there’s so many of them, all cooperating, competing, contributing; all filling a niche with a necessary function. 

Perennial polycultures are how nature protects and builds topsoil, how life has
organized itself to produce more
.

This is what agriculture is: you take a piece of land and you clear every living thing off it, down to the bacteria. Then you plant it to human use with a tiny handful of species, often endless miles of a single plant like corn, soy, wheat. The animals are killed, often into extinction. They simply have nowhere to go. There were somewhere between 60 and 100 million bison in the United States in 1491. Now there are 350,000 bison, and only 12 to 15,000 of those are pure bison that were not crossbred with domestic cattle. The land held between 425,000 and a million wolves; only 10,000 now remain. Some species of ground-dwelling birds were wiped out before they even had names (European names, that is; I’m sure the indigenous peoples knew what to call them). The North American prairie has been reduced to 2 percent of its original size and the topsoil, once twelve feet deep, can now only be measured in inches. Agriculture is based on annual monocrops, the precise opposite of perennial polycultures, and it does the opposite of what nature does: it destroys topsoil. “The deterioration of the soil is the inescapable injury of agriculture to the environment,” writes Steven Stoll. Or as Tom Paulison puts it, “The planet is getting skinned.” Agriculture is a catastrophe that never allows the land to heal.  And keeping the ground bare involves enormous effort.  Because life wants to live.  The trees keep trying to make a forest, the grasses want their prairie, and the waters ache for a wetland.  Abandon cleared land in New England, and you’ll get pokeberry and brambles, then sumac and birch, then maples and oaks and pines. In five years it’ll be covered in saplings; in ten years they’re too big to cut with a handsaw. This is the earth protecting itself, covering its body in a living armor of green. But its armor isn’t thick enough, not when the assailants are humans. Agriculture is more like a war than anything else, an all-out attack on the processes that make life possible. And agriculture isn’t quite a war because the forests and wetlands and prairies, the rain, the soil, the air, can’t fight back. Agriculture is really more like ethnic cleansing, wiping out the indigenous dwellers so the invaders can take the land. It’s biotic cleansing, biocide. “In the history of civilization … the plowshare has been far more destructive than the sword.” It is not non-violent. It is not sustainable.  And every bite of its food is laden with death.

Quanti modi di fare agricoltura ci sono oggi?

Oggi ci sono molti modi di fare agricoltura.

Si va da quelli che sostituiscono l’ecosistema originario con  antroposistemi agricoli privi di organismi viventi (una platea di cemento, una serra climatizzata, sistemi automatici o manuali di illuminazione, irrigazione, nutrizione e controllo di collaboratori, competitori, parassiti e predatori), ad eccezione di piante, funghi e animali obiettivo, a quelli che sostituiscono l’ecosistema originario con antroposistemi agricoli che mimano la natura, come, ad esempio, le microforeste di Akira Miyawaki, l’agricoltura sintropica e le food and medicinal forests della permacultura, dove le policolture in 4D (la quarta dimensione è il tempo necessario per arrivare alla fase teorica di climax) sono al centro di questi ultimi tre modi di fare agricoltura.

Tra questi due estremi ci sono molti modi intermedi quali:

  • agricoltura convenzionale a input ridotti;
  • agricoltura integrata; 
  • agricoltura biologica nelle sue varie declinazioni.

Su quali variabili agiscono le tecniche agricole dell'uomo?

L’uomo agisce su:

  • energia;
  • le 3 matrici gaiane: aria, acqua e suolo;
  • il biota presente (collaboratori, competitori, parassiti e predatori);
  • l’organismo coltivato o allevato.

Prendiamo in considerazione adesso le interazioni tra l’uomo e l’ecosistema originario a seconda dei modi di fare agricoltura adottati.

Agricoltura Industriale

EnergiaIlluminazione artificiale; energie fossili e rinnovabili

Aria: Aria filtrata in un contenitore di coltivazione (serra) o allevamento (capannone)

Acqua: Acqua da acquedotto clorata

Suolo: cementificato

Biota: assente; nessun organismo a parte quelli volutamente introdotti

Organismo coltivato o allevatofuori suolo, substrati artificiali, acqua, aria; riproduzione in vitro, con metodi biotecnologici, genetica modificata

 

Agricoltura Convenzionale

Energia: Sole;  energie fossili e rinnovabili

Aria: Aria

Acqua: da pozzo o da piogge raccolte in invasi naturali e artificiali; più raramente da acquedotto

Suolo: apporti di sostanze chimiche (fertilizzanti, prodotti fitosanitari e zoosanitari), asporti dei raccolti o dei prodotti in generale 

Biota: presente, ma combattuto con principi chimici velenosi per l’ambiente e l’uomo.

Organismo coltivato o allevato: dentro e fuori suolo; riproduzione sia con metodi biotecnologici sia con metodi tradizionali di incrocio

 

Agricoltura Integrata

Energia: Sole;  energie fossili e rinnovabili

Aria: Aria

Acqua: da pozzo o da piogge raccolte in invasi naturali e artificiali; più raramente da acquedotto

Suoloapporti di sostanze chimiche (fertilizzanti, prodotti fitosanitari e zoosanitari), asporti dei raccolti o dei prodotti in generale 

Biota: presente, ma combattuto con principi chimici o con l’introduzione di predatori, parassiti e con metodi fisico-chimici e agronomici..

Organismo coltivato o allevatodentro e fuori suolo; riproduzione sia con metodi biotecnologici sia con metodi tradizionali di incrocio

 

Agricoltura Biologica

Energia: Sole;  energie fossili e rinnovabili

Aria: aria

Acqua: da pozzo, da piogge raccolte in invasi naturali e artificiali; più raramente da acquedotto

Suoloapporti di sostanze organiche (fertilizzanti, prodotti fitosanitari e zoosanitari), asporti di raccolti e  di prodotti in generale 

Biota: presente, ma combattuto con l’introduzione di predatori, parassiti e metodi fisico-chimici (es.: feromoni) e agronomici.

Organismo coltivato o allevato: solo dentro al suolo; riproduzione con metodi tradizionali di incrocio

 

Agricoltura Biologica basata su Policolture Perenni

Energia: Sole

Aria: Aria

Acqua: da piogge raccolte in invasi naturali e artificiali

Suolo: apporti di residui vegetali e animali; asporti di raccolti e di prodotti in generale. Accumulo di nuovo suolo

Biota: presente, con ricerca di elevata biodiversità; non combattuto.

Organismo coltivato o allevatosolo dentro al suolo; riproduzione con metodi tradizionali di incrocio

 

Natura

Energia: Sole

Aria: Aria

Acqua: Acqua da piogge ed esondazioni di corsi d’acqua

Suolo: apporto dato dalla produzione primaria netta, nessun asporto. Accumulo di nuovo suolo

Biota: presenza di elevata biodiversità

Organismi viventi: riproduzione naturale

 

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