Venerdì 28 Maggio 2021, camminavo in giro per gli elementi naturali dell’azienda agricola quando (sorpresona!), con la coda dell’occhio, vidi qualcosa che assomigliava a un’orchidea.
Impossibile!
Mi voltai e tornai indietro, e lei era li, in pieno sole, scossa appena appena da un vento leggerissimo, quasi ferma.
Troppo bello.
Un’orchidea selvatica!
Qui, su questo prato in mezzo a tutti questi steli di poaceae.
Magari non è un’orchidea, forse è una pianta simile, una pianta della famiglia delle orobancaceae.
Andai subito a casa a controllare. Presi il testo “Orchidee spontanee del Veneto”, di Giuseppe Frigo e Paolo Spigariol, e controllai le figure.
Eccola! Ce ne sono due: Serapias vomeracea e Serapias lingua.
Propesi per la seconda e lo comunicai ad alcuni amici.
Poi presi il libro di Fabio Conti e Mario Pellegrini “Orchidee spontanee d’Abruzzo” e scoprii che ci sono quattro Serapias: S. cordigera, S. lingua, S. parviflora, S. vomeracea.
Quale sarà, quale non sarà?
Tutte fioriscono tra aprile e giugno.
Le loro altezze variano da 10 cm a 50 cm.
La mia supera i 65 cm!!!
Passano alcuni giorni.
Francesco, un amico permacultore, mi dice che per lui non è la S. lingua ma la Serapias vomeracea.
Al momento in cui scrivo, penso che abbia ragione Francesco: è una S. vomeracea.
Non siete d’accordo anche voi?
L’ultima volta che ho mosso la terra in quel prato è stato nell’autunno 1995.
In quel terreno, dopo 25 anni e 7 mesi è spuntata spontaneamente un’orchidea selvatica.
Se fossi J. Lovelock scriverei: “The Revenge of Gaia”.
Gaia si è ripresa un fazzoletto di terra che l’uomo le aveva tolto.
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